Assenza Ingiustificata a Lavoro e Dimissioni

Con l’entrata in vigore della Legge n. 203 del 13 dicembre 2024, cambiano le regole sulla gestione delle assenze ingiustificate dei dipendenti. Questa normativa introduce una procedura chiara per la risoluzione del rapporto di lavoro nei casi in cui il lavoratore si assenti senza giustificazione per un periodo prolungato.

Indice degli argomenti:

    Quando è assenza ingiustificata

    Per essere considerata ingiustificata, l’assenza deve avere le seguenti caratteristiche:

     

    • Mancanza di una causa legittima: il lavoratore non presenta certificati o documentazione valida che giustifichi l’assenza.
    • Durata prolungata e continuativa: la soglia temporale varia a seconda del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato. In assenza di una specifica disciplina contrattuale, la nuova Legge 203/2024 stabilisce che l’assenza non giustificata per più di 15 giorni è equiparata a dimissioni volontarie.
    • Mancata comunicazione: se il dipendente non informa il datore di lavoro e non fornisce una giustificazione valida, si presume che abbia interrotto volontariamente il rapporto di lavoro.

     

    Cosa comporta l’assenza ingiustificata

    Secondo la nuova normativa, l’assenza ingiustificata prolungata può portare alla risoluzione del rapporto di lavoro per volontà del lavoratore

     

    In questo caso, il dipendente:

    • Non ha diritto alla NASpI (indennità di disoccupazione), poiché si tratta di una cessazione per cause a lui imputabili.
    • Può essere chiamato a rispondere di eventuali danni arrecati all’azienda per mancata prestazione.

     

    Assenza ingiustificata e risoluzione del rapporto di lavoro

    Secondo l’articolo 19 della Legge 203/2024, il rapporto di lavoro si considera risolto per volontà del lavoratore se l’assenza ingiustificata supera:

     

    • Il termine previsto dal CCNL applicato al rapporto di lavoro;
    • 15 giorni consecutivi, in assenza di specifiche previsioni contrattuali.

    Tuttavia, il lavoratore ha diritto a dimostrare che l’assenza era dovuta a cause di forza maggiore o a un fatto imputabile al datore di lavoro, che gli ha impedito di comunicare la propria situazione.

    Come contestare un assenza ingiustificata

    Se un dipendente supera il limite di assenza ingiustificata, il datore di lavoro deve seguire una precisa procedura:

     

    1. Verifica del Contratto Collettivo.
      Controllare il CCNL applicato per verificare se è previsto un termine specifico oltre il quale l’assenza è considerata risolutiva.

    2. Comunicazione scritta al lavoratore.
      Inviare una contestazione scritta (tramite PEC o raccomandata A/R) chiedendo di giustificare l’assenza e fissando un termine per la risposta.

    3. Attendere la risposta del lavoratore.
      Se il lavoratore risponde fornendo una motivazione valida (malattia, causa di forza maggiore, problemi imputabili al datore), la sua assenza deve essere valutata di conseguenza.
      In assenza di risposta entro i termini stabiliti, il rapporto di lavoro può considerarsi risolto.

    4. Comunicazione obbligatoria all’Ispettorato del Lavoro.
      Inviare una comunicazione ufficiale all’Ispettorato del Lavoro territorialmente competente, che potrà verificare la fondatezza della risoluzione del rapporto.

    5. Chiusura del rapporto di lavoro.
      Procedere con la formalizzazione della risoluzione del rapporto per volontà del lavoratore e comunicare la cessazione al centro per l’impiego.

    Assenza ingiustificata e Naspi

    La nuova normativa mira a contrastare il fenomeno delle assenze reiterate strategiche per ottenere il licenziamento e accedere alla NASpI (indennità di disoccupazione).

    In questo caso, il lavoratore che si assenta senza giustificazione valida e il cui contratto si risolve per volontà propria non avrà diritto alla NASpI, perché si tratta di una risoluzione equiparata alle dimissioni volontarie.

    Verifica dell’assenza ingiustificata da parte dell’Ispettorato del Lavoro

    Quando il datore di lavoro comunica all’Ispettorato del Lavoro che un dipendente è assente ingiustificato per un periodo prolungato, l’Ispettorato può avviare una verifica sulla veridicità della segnalazione.

    Per farlo, può contattare direttamente il lavoratore o altre persone, come colleghi o testimoni, per accertare che il dipendente non si sia realmente presentato al lavoro e che non abbia avuto la possibilità di comunicare la sua assenza.

    Questa verifica deve essere fatta rapidamente, entro 30 giorni dalla ricezione della segnalazione del datore di lavoro.

    Verifica dell'Ispettorato del Lavoro: effetto sul rapporto di lavoro

    Se la verifica conferma che il lavoratore è stato assente senza giustificazione e senza comunicazione, il rapporto di lavoro si considera risolto per volontà del lavoratore.

    Questo significa che il dipendente viene considerato dimesso volontariamente, senza diritto all’indennità di disoccupazione (NASpI).

    Come giustificare un'assenza ingiustificata

    Il lavoratore può evitare che il rapporto venga chiuso solo se dimostra di non aver potuto comunicare la propria assenza per cause di forza maggiore.

    Ad esempio, se era ricoverato in ospedale o impossibilitato a contattare il datore di lavoro per altre circostanze gravi.

    Il lavoratore non deve solo giustificare l’assenza, ma provare di non aver potuto avvisare l’azienda in alcun modo.

    In sintesi, il datore di lavoro può risolvere il rapporto per assenza ingiustificata prolungata, a meno che il lavoratore non dimostri di aver avuto un motivo valido per non comunicare la sua assenza.

    Conclusioni

    La nuova normativa fornisce ai datori di lavoro uno strumento chiaro per la gestione delle assenze ingiustificate prolungate. Seguire correttamente la procedura permette di evitare contestazioni e garantire la conformità alle nuove regole.

    Se hai dubbi o necessiti di assistenza nella gestione delle assenze dei tuoi dipendenti, contatta i nostri consulenti per una consulenza personalizzata.

    Se il lavoratore rientra prima dei 15 giorni, può comunque essere licenziato?

    Dipende dal CCNL applicato.

    Se il contratto collettivo prevede una soglia più bassa per l’assenza ingiustificata, puoi avviare il procedimento disciplinare per l’assenza prolungata, che potrebbe portare al licenziamento.

    Cosa succede se il lavoratore giustifica l’assenza dopo la risoluzione del rapporto?

    Se il lavoratore dimostra che l’assenza era dovuta a cause di forza maggiore e che non poteva comunicarlo prima, la risoluzione potrebbe essere contestata e il rapporto lavorativo ripristinato.

    Se il lavoratore mi informa di un’assenza prolungata, posso comunque applicare la nuova Normativa?

    No. Se il lavoratore comunica tempestivamente le motivazioni dell’assenza e queste sono valide (malattia, infortunio, gravi motivi familiari), non si applica la risoluzione automatica del rapporto.

    Quanto tempo ho per comunicare la cessazione all’Ispettorato del Lavoro?

    La normativa non specifica un termine preciso, ma è consigliabile procedere immediatamente dopo aver verificato l’assenza e aver seguito la procedura.

    Come posso contestare l’assenza GIUSTIFICATA per malattia, se ho il dubbio che sia tale?

    Se il dipendente ha dichiarato un'assenza per malattia, ma ci sono sospetti sulla veridicità, il datore può richiedere una visita fiscale all’INPS per verificare la reale presenza del lavoratore a casa negli orari di reperibilità.

    Se il lavoratore non risponde alle richieste o la documentazione è ritenuta insufficiente, il datore può inviare una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro per ottenere un accertamento ufficiale.

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